L'eruzione del 1930 ed altri ricordi

di Gianfranco Cincotta

Premessa

Ho cercato di raccogliere le informazioni creando un senso logico. Mio padre allora aveva 9 anni, e cio' che aveva visto si riferiva all'altezza del panificio attuale. Mia nonna invece stava a Piscita', in casa in via Vitt. Emanuele angolo Soldato Cincotta, nella casa "Cincotta", tutt'ora esistente (sull'angolo dove la Via Soldato Cincotta porta all'Hotel La Sciara).

Prima del '30, poche persone si recavano in cima (Pizzo) in quanto, memori del botto del 1919, il timore per IDDU era aumentato. Parecchi Strombolani gia' dopo il 1919 avevano lasciato l'isola, terrorizzati e perseguitati da incubi notturni. Molti si trasferirono a Lipari e Panarea.

Molti contadini dedicati alla coltivazione dell' uva e dell'olivo erano reclutati dalle famiglie Strombolane e quindi non conoscevano i comportamenti del vulcano leggendo quei segni premonitori che spesso i locali sanno.

Cosi' come nel 1919, anche nel 1930 lo Stromboli anticipo' l'esplosione principale da una di sola sabbia nera. Nel 1919 fu di giorno mentre nel 1930 fu di notte. Al mattino, da San Vincenzo sino a Piscita' l'isola si risveglio' sotto uno strato fine di sabbia/cenere? nera. Molti Strombolani, con ancora viva l'esperienza del '19, sconsigliarono ai loro contadini di uscire per recarsi in campagna. Molti rimasero in paese, anche se comunque i "non" Strombolani andarono sul vulcano ugualmente per curare le coltivazioni.

L'esplosione

La giornata era bella, e mentre mio padre si recava al forno, uno spostamento d'aria lo fece cadere a terra. Si ritrovo' schiacciato a terra sentendo la terra tremare, quasi come se fosse stato schiacciato dall'alto. (In realta' oltre allo spostamento d'aria l'isola si era sollevata, come lievitata di 6/9 metri circa). Appena il tempo di guardare la cima del vulcano per vedere salire maestoso il fungo assieme ad un rumore interno di ferraglia in movimento. Da li' una corsa di 30/40 metri per rifugiarsi in quella che sarebbe stata poi la sua casa da "grande", in via Vito Nunziante 23, poco prima del supermercato attuale MC7. Appena entrato in casa inizio' a sentire i primi lapilli cadere sul tetto, prima piccoli e tipo pioggia, poi sempre piu' forti e grossi. Dopo i primi 5/10 minuti iniziarono ad aumentare di dimensioni, mentre si sentivano i sibilii come fossero bombe d'aereo.

Dopo i primi 20 minuti di bombardamento inizio' a calare il buio sul paese mentre gli incendi si moltiplicavano. Gli isolani se ne stavano sotto le travi delle porte intercomunicanti tra una stanza e l'altra, fatte apposta per soppravvivere a queste esplosioni. Se e' vero che i muri larghi (90 cm.) servono a mantenere le case fresche d'estate e calde d'inverno, queste sono state studiate apposta anche per riparare le persone dalle esplosioni. I tetti sono spessi ma elastici, con doppio strato di canne e travi in legno al traverso, che possono sopportare anche grossi impatti, ma che poi possono comunque cedere una volta che i lapilli (bombe) si solidificano assieme alla sabbia.

Mentre mio padre se ne stava (con altre persone) sotto il portale di una di queste porte inizio' a sentire come delle martellate giungere dal pavimento, boati e tremori continui, sotterranei e poi esterni (dai crateri).

Impressionanti erano le bombe, dal diametro di un paio di metri. Il "fenomeno" duro' 40 minuti circa. Oltre alle ceneri vi erano dei mulinelli di vento che accendevano le piante in pochi secondi. Da Piscita' la nonna racconta di aver visto bombe cadere dietro allo Strombolicchio, cosi' come il mare si ritiro' per 10/15 secondi tra Ficogrande e Piscita' (questo dalle memorie di Salvatore Delosa, prima vera guida di Stromboli.)

Sempre a Piscita' venne giu' in pochi secondi una nube ardente mentre molti dicono sia stata una colata lavica. Su questo punto c'e' un po' di confusione, si sa che nel 1919 ci fu una colata che si arresto' dietro la chiesa di San Bartolo dove gli Strombolani per l'occasione portarono fuori il crocefisso per fermare la colata.

Molti riferiscono della colata del '19 riportandola nel '30, in realta' e' piu' probabile la nube ardente anche perche' molti si ricordano dei gas scesi sino al villaggio. Per la colata del '19, alcuni asserivano che venisse dalla cima, mentre altri da un cratere laterale. Tornando al '30, in mare una scialuppa si rovescio' per il ritiro delle acque andando a sfracellarsi contro gli scogli (Piscita'?) mentre una vecchietta mori nel suo letto a causa dello sprofondamento del tetto.

Sui morti non esistono dati ufficiali in quanto i contadini non erano registrati essendo non residenti, i dati ufficiali parlano di 8 vittime, ma basta andare al cimitero per contarne molte di piu' tra i soli strombolani... A parte quelli in mare, non vennero recuperati tutti i morti in montagna in quanto subito dopo l'esplosione inizio' un fuggi fuggi generale tanto che l'isola rimase presidiata da soli militari (Marina). Si seppe poi che a Capo Vaticano, in Calabria udirono il botto e vi giunse un'onda marina di 2/3 metri.

Anche la mia famiglia abbondono' l'isola per 8 anni e mio padre fu uno dei primi a ritornare per iniziare a riprendere la vita assieme ad altre 20 persone.

Molti non tornarono mai piu', molti ancora oggi non ci mettono piede dalla paura, probabilmente quel giorno lo Stromboli non erutto' come di consueto con una tipica esplosione "Stromboliana", ma aggiunse di piu', nube ardente e tsunami, forse e' per questo che molti si sentirono "traditi" pur avendo vissuto l'esplosione del 1919 che per violenza fu comparabile.

A Stromboli ormai ci sono poche persone che possono ricordarsi di quanto avvenuto. Sicuramente la vecchia guida, Salvatore Delosa, ha raccontato diverse volte quanto descritto a Tazieff (Ministro della protezione civile in Francia) cosi' come a Ginostra c'e' un vecchietta della famiglia Lo Schiavo che ancora puo' ricordarsi.

Di sicuro l'esplosione e' stata violentissima, tanto da far gettare la spugna a chi aveva tenuto duro sino al 1919. L'osservatorio della marina di punta Labronzo venne distrutto completamente e parecchie abitazioni non ancora consolidate dall'eruzione del '19 vennero danneggiate seriamente. Ancora oggi a Piscita' si puo' vedere qualche rudere conciato male per via del vulcano piu' che per l'abbandono.

Ancora oggi, alcuni Strombolani tengono sotto osservazione l'attivita' del vulcano, per esempio "annusando" l'odore dell'acqua o delle cisterne, piu' di una volta qualcuno e' morto all'interno di una cisterna mentre la stava ripulendo (e' buona norma calarsi con una candela accesa, lume a petrolio o... un gattino...)

Per "osservare" le scosse in momenti di forte attivita' si possono guardare le onde dell'acqua all'interno dei pozzi, calcolando che quelli originali tengono anche 90 tonnellate, quindi abbastanza profonde e larghe.

Tra gli Strombolani si dice che saltuariamente vi sia attivita' vulcanica tra Punta Lena e Strombolicchio, cosi come sotto alla Sciara del Fuoco. Sempre a livello di tradizione, si dice che il giorno in cui lo Stromboli cessera' di vivere, fara' un'esplosione apocalittica sprofondando dentro se stesso (caldera?), come Santorini. Leggenda o realta' ?

C'è nessuno che può testimoniare?

Forse, partendo da questo spunto, e possibile rintracciare qualche scampato all'eruzione del 1930 tramite il sito SOL, chissa' che qualcuno non risponda, magari avendo ancora qualche anziano parente vivo? Eventuali segnalazioni possono essere indirizzate direttamente a Roberto Carniel.