Eolie, settembre ' 80

di Giancarlo Ranieri

Stromboli...

isola ostile che appare al viaggiatore che vi arrivi con la nave da Napoli con le prime fosche luci dell'alba...

Durante un lungo tour tra le isole Eolie cominciammo, io e la mia amica, la salita quasi per gioco dopo un bicchiere di malvasia a mo' di colazione :) Lasciate le ultime case lungo il viottolo di S. Bartolo imboccammo la comoda strada lastricata in pietra che sale verso la cima. Giunti alla fine ci guardammo negli occhi:"Vogliamo finirla qui, con un buon terzo di strada gia' fatto?" Io, allora forte fumatore, non avevo sigarette con me, non avevamo ne' acqua ne' cappelli. Raggiungemmo quindi una giovane coppia di francesi con i quali ingaggiammo una silenziosa ma sostenuta competizione che ci trainÚ fino alla cima: loro si fermavano a bere e noi avanti...poi, rinfrancati dall'acqua ci sorpassavano a loro volta.

Alla fine dello stretto sentiero incassato nel terreno il vulcano si esibÏ in una provvidenziale fumata nera che fece scendere la temperatura di diversi gradi e tirammo il fiato. Affrontato l'ultimo tratto, quello sabbioso che domina la sciara di fuoco, quello con frammenti di lava che graffiano i piedi dentro le ciabatte, Lui si esibÏ nella fumata rossa. Da chimico, ancor oggi mi chiedo cosa diavolo fosse... Ma fu, giunti che fummo in cima, che il vulcano ci gratificÚ della fumata bianca, quella solforosa! Non si respirava pi˜. Non si poteva fuggire e non si poteva restare. Ci guardammo in faccia, io e la mia amica, con muto sgomento. Avevamo giý provato la sensazione di rassegnata impotenza di fronte alle forze scatenate della natura ed ancora una volta la contemplazione del fenomeno ci faceva quasi trascurare il pericolo per le nostre persone. Poi, un soffio di vento quasi impercettibile dissolse la nebbia lattiginosa... e torno' il respiro! :)

Giunti in prossimitý del cratere attivo rimanemmo a distanza mentre cronometravo l'intervallo tra le modeste eruzioni. Quante persone, nel corso degli anni, hanno pagato a caro prezzo questa sciocchezza! A mia parziale discolpa posso solo dire che mi ero basato nella valutazione della pericolositý del fenomeno sul racconto che, 20 anni prima, me ne aveva fatto mio padre trascurando perÚ le modificazioni che il camino vulcanico poteva aver subito nel frattempo. Ci affacciammo nel cratere con le punte dei piedi nel vuoto e fui subito colpito dai colori che la roccia, per effetto della chimica dello zolfo, aveva assunto... Rosso...bianco...verde...e poi quel sentiero che scendeva dal bordo del cratere fino alla gola del camino, lý dove pigramente, come una divina sovrumana polenta, sciacquava la lava con rumore di grandi frutti marci. Per anni ho dubitato di aver inventato quel sentiero nel ricordo. Poi, in occasione dell'ultimo (?) funesto evento ho letto che esiste davvero, costruito in un tempo in cui il cratere sarebbe stato inattivo. E la gola del camino... Un laghetto di pietra fusa di pochi metri di lato...che valutai essere grande quanto due automobili affiancate. In fondo, una scena pervasa da una certa quiete. Poi, all'improvviso, l'eruzione!

Una sottile colonna di lava nera sali' nel cielo con rumore di gigantesco peto in una indistinguibile miscela di drammatico e grottesco insieme e per un istante si fermÚ come brandelli di chiffon immobili nell'aria. Feci appena a tempo a chiedermi inutilmente COSA significasse quella immobilitý senza ricevere risposta, anche se qualcosa dentro di me sembrava suggerirmi che, via, lo sapevo benissimo! E cominciÚ a ricadere... Misi le mani sulla testa della mia amica in un gesto automatico di protezione, poi cominciarono i tonfi, che avvertimmo pi˜ che altro sotto i piedi, provocati dai blocchi di lava che ricadevano al suolo. Mentre dignitosamente tornavamo sui nostri passi vidi un grosso sasso in parte inglobato da un frammento di lava ricaduta dal cielo: noi avremmo potuto fare quella fine.

Poco dopo, salutati i francesi rimasti poco lontano, affrontammo la discesa. Non si era trattato, credo, delle notevoli eruzioni documentate nel vostro sito, tuttavia si e' certamente trattato di una esperienza indimenticabile. Bene, che i ragazzi non mi sentano e men che mai i miei figli :) Non lo rifarei, ma sono contento di aver vissuto quella esperienza!

Giancarlo