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Il fianco Sud del vulcano Sakurajima visto da Taramizu. Sakurajima significa «Monte dei Ciliegi».
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Abbiamo preso il traghetto che ci porta da Kagoshima all'isola del Sakurajima in un viaggio di circa venti minuti.
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Una densa colonna di vapori sale sopra il cratere attivo Minami-Dake del Sakurajima, visto dal Belvedere Arimura, a sud del vulcano.
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La sicurezza è fondamentale in Giappone. Tutta l'isola del Sakurajima è punteggiata da questi «robusti» bunkers che proteggono dalle bombe vulcaniche.
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L'ultimo flusso lavico entrò in mare a sud del Sakurajima nel 1946. Vista dal Belvedere Arimura, costruito sopra lo stesso flusso lavico.
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L'utlima eruzione catastrofica occorse nel 1914, e ricoprì l'isola con due metri di ceneri: questo «torii» (porta del tempio) emerge dalle ceneri solo con la sommità.
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Al tramonto, torniamo a Kagoshima, mentre un pennacchio si vapori corona la sommità del Minami-Dake, il cratere sud attivo del Sakurajima.
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Una vista al tramonto del fianco ovest del Sakurajima, visto dal porto della città di Kagoshima.
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50 km a nord del Sakurajima, troviamo la catena dei Vulcani di Kirishima: Karakumi-Dake (1702 m) visto dalla sua solfatara.
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Solfatare attive emettono vapore e sublimano giallo zolfo a ovest del vulcano Karakumi. L'ultima eruzione occorse nel 1992.
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Dopo una piacevole scalata di due ore, raggiungiamo la cima del Karakumi per vedere il suo cratere centrale.
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Il vulcano attivo più orientale dei Kirishima è il Takachiho-No-Mine (1574 m), dove gli Dei Giapponesi appravero per la prima volta.
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I crateri più vecchi sono riempiti da laghetti, splendidi gioielli incastonati dai colori autunnali: il Lago Fudou, a ovest del vulcano Karakumi.
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Le notti sono assai fredde sul Kirishima (che significa «Isole nella Nebbia»): la brina è stata il problema più serio durante la Pioggia di Leonidi.
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Foreste di bambù coprono le pendici di tutti i vulcani del Kirishima. Qui il cielo notturno è perfetto per le osservazioni astronomiche.
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Le carpe sacre ci ricordano dove siamo.