La Caldera del Krakatau

In questa breve pagina offriamo una panoramica della caldera ampia 10km che si formò in seguito alla catastrofe del 1883.

La Caldera del Krakatau
Anak Krakatau con la colonna eruttiva di un'eruzione vulcaniana vista da Palau Rakata. A sinistra Palau Sertung ed a destra Palau Panjang, che con Rakata formano il bordo della caldera del Krakatau. Fra Anak Krakatau e Panjang appare lontano il vulcano Sebesi.
La Caldera del Krakatau
Anak Krakatau con il pennacchio di un'altra vulcaniana occorsa mezz'ora dopo la nostra partenza da Anak Krakatau, visto da Palau Panjang. Palau Rakata a sinistra, Palau Sertung a destra.
La Caldera del Krakatau
Nel mare fra Palau Panjang ed Anak Krakatau. In primo piano al centro i dicchi di un antico vulcano, denominati Bootsman Rots. Notate il fumo bluastro da incendi boschivi dovuti ad impatti di bombe nella pineta dell'Anak Krakatau.
La Caldera del Krakatau
L'impressionante scarpata di Palau Rakata sorge verticale per 800m direttamente dal mare: la caldera qui collassò seguendo esattamente il dicco dell'antico condotto magmatico centrale del vulcano estinto di Rakata.
La Caldera del Krakatau
L'erosione marina espone in primo piano a destra strati di pomici e tefra depositatatsi su Rakata dopo l'eruzione cataclismica del 1883, poi sepolti da cenere nera eruttata dall'attività del secolo XX dell'Anak Krakatau.
La Caldera del Krakatau
L'erosione marina continua ad estrarre pomice dagli strati deposti su Rakata: questi lapilli di pomice galleggiano in banchi nella caldera, e vengono ammucchiati dalle correnti marine sulle coste di Rakata nel pomeriggio.
La Caldera del Krakatau
L'erosione si sta anche riconquistando il terreno deposto su Rakata dal cataclisma, cosicchè alberi centenari cresciuti dopo la catastrofe del 1883 crollano senza più sostegno alle radici.
La Caldera del Krakatau
Le foreste sono anche ferite da frane frequenti che precipitano sui fianchi ripidi delle pareti calderiche di Rakata: qui grossi blocchi neri di basalto hanno colpito e fatto crollare nel mare altri alberi.
Foto di Marco Fulle, riprese con una lente fisheye da 16mm ed una digicam (equivalente alla focale di 20mm sul formato 24x36).